Salvatore Diaferio, cittadino romano di 68 anni, in Italia faceva il gelataio ed era convinto di trovare in Messico la
fortuna che gli mancava.
Ci arriva il primo luglio ma non la trova affatto. Vive per strada, spesso dorme all’aeroporto internazionale di Cancun, dove chiede ai turisti in partenza qualche moneta per comprare il biglietto. Ha un libretto postale in cui sono depositati dei risparmi, ma è in Italia. Una troupe della tv locale “Azteca” lo raggiunge. Con voce flebile ma lucido lui racconta che vorrebbe partire, che non ha il denaro per il biglietto e di essere vivo grazie alla solidarietà dei messicani. Il 30 settembre si accascia a terra in preda a convulsioni proprio di fronte al consolato italiano a Playa del Carmen per ottenere aiuto. Il console chiama l’ambulanza e cerca di rianimarlo. L’anziano arriva all’Hospital General di Playa del Carmen non più cosciente ma vivo. Il personale sanitario, secondo i quotidiani locali, non lo accetta perché indigente. “Non vedete che è morto da un’ora?”, dirà il paramedico ai soccorritori il quale forniscono ai quotidiani la stampata dell’elettrocardiogramma: 17 pulsazioni al minuto, era ancora vivo.
Ci arriva il primo luglio ma non la trova affatto. Vive per strada, spesso dorme all’aeroporto internazionale di Cancun, dove chiede ai turisti in partenza qualche moneta per comprare il biglietto. Ha un libretto postale in cui sono depositati dei risparmi, ma è in Italia. Una troupe della tv locale “Azteca” lo raggiunge. Con voce flebile ma lucido lui racconta che vorrebbe partire, che non ha il denaro per il biglietto e di essere vivo grazie alla solidarietà dei messicani. Il 30 settembre si accascia a terra in preda a convulsioni proprio di fronte al consolato italiano a Playa del Carmen per ottenere aiuto. Il console chiama l’ambulanza e cerca di rianimarlo. L’anziano arriva all’Hospital General di Playa del Carmen non più cosciente ma vivo. Il personale sanitario, secondo i quotidiani locali, non lo accetta perché indigente. “Non vedete che è morto da un’ora?”, dirà il paramedico ai soccorritori il quale forniscono ai quotidiani la stampata dell’elettrocardiogramma: 17 pulsazioni al minuto, era ancora vivo.
Il console ha provato a pagare di suo pugno il biglietto, di soli 350 euro, ma aspettava l'autorizzazione dall'Ambasciata il quale preferiva individuare dei parenti in Italia disposti a farsi carico della spesa.
La stessa accadde nel dicembre 2010 a Playa del Carmen, il quale c'era una conferenza sul clima, all'ex ministro Prestigiacomo. Il volo MM62209 dell’Aeronautica
Militare era sulla pista di decollo ma la torre di controllo non lo
autorizzava senza un carico completo di carburante.
Ma nel suo caso il portafogli si spalanca subito.
Dall’Ambasciata il console onorario ha dovuto pagare di tasca sua e con la sua carta di credito personale, quasi 4 mila dollari di carburante.
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